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      La capigliatura disciolta le si svolgeva come un tenebroso torrente fin sulle caviglie dei piedi piccoli e mobili, calzati di scarpine rosee che si agitavano fra l'abbondante criniera del cavallo, come due farfalle sull'erba. In mano teneva, invece del frustino, un ventaglio.
      Com'ella apparve nel Circo, un nuovo e più alto fragore di battimani salì alla turba degli spettatori. Ella fece un gesto di ringraziamento e di saluto, e gridò al cavallo:
      - Olé! hop!
      Il cavallo, animato da quella voce, dal rombo della moltitudine, dall'orchestra sonora, si slanciò a tutta corsa. La fanciulla rimase dritta sulla groppa dell'animale, volgendo qua e là la testa e mandando lampi dai grandi occhi neri: poi, lentamente, accendendosi a poco a poco, ricominciò le sue prove ginniche e coreografiche.
      Si muoveva sul dorso del nudo cavallo con la stessa disinvoltura di una signora nel suo salotto: strisciava inchini; eseguiva passi da ballo; si raggiustava le vesti; si metteva a sedere o coricata supina con le belle braccia rotonde in arco dietro la testa; si faceva aria col ventaglio: fumava delle sigarette; si metteva e si levava degli abiti, che le porgeva un palafreniere vestito all'inglese. Così apparve, a mano a mano, mutata in castellana del Trecento, la borsa al fianco, la lunga veste di lana con lo strascico, il cappello a cono dal velo diffuso sulle spalle; in cortigiana del Cinquecento, eretta nella veste tessuta d'oro onde emergeva l'arco marmoreo delle spalle mal protette dalla bernia foderata di zibellino, china la pura fronte nel velo verde orlato di perle; in marchesa del Settecento, la mosca sulla guancia, incipriati i capelli, alta e lunga la vita nel guardinfante; in paggio, in monaca, in zingara, in contadina, in mendica.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





Circo Trecento Cinquecento Settecento