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      - Usted es un cattivo ragazzo e niente altro - soggiunse la donna, cercando di voltare il suo animale; ma in quello stesso istante, Paolo si chinò da un lato della sella, e riuscì a sfiorare con la bocca il viso dell'amazzone. Non si era ancora ben rivelato, che una formidabile scudisciata lo colpì in faccia: traballò come stordito, e cadde rimanendo impigliato fra le staffe; il cavallo, sentendosi libero, prese il galoppo, trascinando il cavaliere fino in fondo al viale, dove il Caligaris, che si era buttato giù dalla carrozza, lo raccolse sanguinante, fra le sue braccia.
      Leona era partita al galoppo.
      Quando Paolo Cappello, nella vettura del Caligaris, fu trasportato in casa sua, alla salita di San Sebastianello, dietro piazza di Spagna, egli non aveva ancora ripreso i sensi. Un lungo segno sanguigno gli attraversava la faccia rossa, qua e là macchiata da chiazze livide; un filo di sangue gli scorreva dal naso; ogni tanto il suo corpo era scosso da contrazioni violente. Fu chiamato un dottore, il quale dichiarò che c'era un principio di congestione cerebrale, e ordinò che l'infermo fosse messo subito a letto, gli fosse applicata una vescica di ghiaccio alla testa, e fosse lasciato in assoluto riposo.
      Gabriele Caligaris, che da principio aveva approvato la condotta di Leona e aveva accolto Paolo in carrozza con un: - Gli sta bene - volle rimanere a vegliarlo tutta la notte, insieme a Nazareno il servitore del Conte.
      Circa le nove di sera, Paolo incominciò a riprendere i sensi. Aprì gli occhi e li richiuse subito con un gesto di spasimo, perché la fiamma della lampada gli dava troppo fastidio.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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