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      In quell'età quando la fantasia ha il sopravvento sulla ragione Paolo vedeva Leona con tutt'altro occhio che gli amici. Persino ciò che a loro sembrava più spregevole in lei, l'origine e la condizione, le conferiva grazia e poesia nell'immaginazione del giovane. Per uno scettico e per un uomo di mondo, una cavallerizza non era altro che una saltatrice da Circo; per il giovane era, quale egli l'aveva vista con il cuore ardente e inesperto, una forma aerea e gentile, fatta di luce, di profumo e di fiamme; una creatura del mondo superiore e inaccessibile onde vengono radianti; tutta veli e sorrisi, bella come un angelo, leggera come il vento, luminosa come l'aurora e penetrante come la fragranza di un fiore tropicale.
      Egli la vedeva sempre così agile e slanciata volare, con aperte narici, come sospesa sul suo cavallo, date le braccia e i capelli al vento, in un'onda di luce elettrica, fra il clamore delirante di migliaia e migliaia di spettatori, che tutti la invocavano, tutti la provocavano con vani ruggiti di desiderio. E il pensiero che egli, solo, aveva saputo conquistare quella donna, gli gonfiava il petto di un orgoglio delizioso: inoltre, si figurava che una donna così diversa dalle altre, dovesse amare in un modo nuovo, più etereo e più caldo, senza le piccolezze e le volgarità degli amori di tutti. E avrebbe voluto trovare un nido misterioso e incantevole, dove andare a nascondere quel suo primo sogno di piacere e d'amore; dove andare a morire delle beatitudini, delle ebbrezze, dei rapimenti indicibili che se ne riprometteva.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





Paolo Leona Circo