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      Sulla spiaggia i pescatori stavano seduti al sole, al mite sole di ottobre, chiacchierando e fumando; i venditori di ostriche, vestiti di maglie turchine, diritti dietro le loro bancherelle, gridavano a intervalli: - Ostricaro! Ostricaro! - le vetture di piazza passavano rapidamente, salendo da Chiaia o scendendo verso Posillipo. Era un'allegria, un'animazione universale, come di un giorno di festa; e i due amanti, avvezzi alla pace claustrale di Roma, si sentivano invasi come da una ebbrezza nuova, come da un desiderio pił forte di muoversi, di godere, di vivere.
      Rientravano in casa, quando il cameriere veniva ad annunciare che la colazione era in tavola. Il mobilio della stanza da pranzo, arredata in stile del Cinquecento, era composto di due alte dispense di legno scolpito, di una dozzina di seggioloni coperti di cuoio antico e di un divano largo e profondo come un letto. Alle pareti pendevano arazzi rappresentanti motivi di caccia: un trofeo di armi e di pelli di belve sorgeva in un angolo; nei tre altri, delle statue di ninfe reggevano dei vasi mobili di cristallo con frutta e con dolci.
      Leona, che mangiava assai svogliatamente, si contentava di qualche ostrica, di un brodo ristretto e di un bicchiere di Bordeaux; poi si buttava sulle frutta e sui dolci e, golosa come una bambina, non smetteva pił di mangiarne.
      Anche Paolo si affrettava per arrivare ai dolci, sapendo che quello era il momento buono. Licenziavano le persone di servizio, e rimanevano soli. Allora Leona andava a sedersi sul divano, vicino all'amante, e si divertiva a farsi imboccare da lui.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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