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      Y que dolorSi hay falsedad
      No, no, no, no,
      Huye de miDuda fatal,
     
      la sua voce, dapprima lenta, molle, come rapita in un'immensa beatitudine, a mano a mano diventava rauca e stridente, pregna di minacce e di lacrime, fino a uno scoppio terribile d'ira e di strazio: e gli occhi, ora socchiusi sotto la lunga ala delle ciglia umide e nere, ora scintillanti di passione crudele, e le labbra, ora respiranti il piacere come in un bacio, ora aride e secche, ma spalancate così da lasciar vedere i denti connessamente serrati, onde la voce passava sibilando, e le guance, ora rosse come la brace, ora pallide come un cencio, e il seno anelante e i capelli arruffati, tutto conferiva a dare all'espressione del canto più energia, più bellezza, quasi l'illusione della realtà.
      Delle altre volte, ella cantava dei versi che le ricordavano la Spagna:
     
      Cuanto contentoSiente mi alma
      Cuando recuerdoLa bella España!
      Los castellanosSiempre galantes
      Son muy constanteEn el querer.
     
      Allora, la tristezza di una nostalgia forse inconsapevole errava nel suo canto monotono e incerto: i suoi larghi occhi neri si fissavano nel vuoto, umidi e ardenti; i contorni del suo bel volto parevano disfarsi dalla grande dolcezza. E il suo accento diventava ancora più molle e insieme più ardente di desiderio e di preghiera, quando ella ripigliava il ritornello:
     
      Querida España!
      Oh! cielo hermoso,
      Jardin precioso,
      Suelo ideal,
      Clima dulcìsimoQue te sonrie
      Que Dios te envieFelicidad!
     
      Spesso, Paolo tornava mentre ella stava ancora seduta al piano, e allora si fermava sulla soglia, dietro la portiera pesante, per non disturbarla, e ascoltava con il cuore gonfio di tenerezza.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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