Pagina (43/167)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E senza farsi tanto pregare, prese Leona sotto il braccio e, saltellando come una capra, infilò le scale.
      Paolo, rimasto sulla porta, stette un momento a guardare il cielo formicolante di stelle e ad ascoltare il rumore vago e confuso della città circostante. Doveva salire in casa, o andarsene a cenare in trattoria? Una nausea invincibile gli sorgeva nel cuore, e gli contaminava il suo bel sogno d'amore, tutti i piaceri goduti in quei mesi, perfino l'immagine della sua diletta. Ma come? egli doveva tollerare che la sua casa diventasse il ritrovo di saltimbanchi, che vi entravano senza neppure domandargli il permesso? E a quell'idea tutto il suo sangue aristocratico gli ribolliva nelle vene, e un amaro sogghigno gli veniva alle labbra.
      - E poi - pensava - quella ragazza lì non può amarmi. È buona, sì; è piena di cuore; ma ha gusti, ha istinti troppo diversi dai miei. Come quella sera a San Carlino. Io avevo un bel rodermi: lei se la godeva. È inutile: la natura è più forte di noi. Ecco, lei adesso è felice di rimestare con quella sgualdrina le memorie del Circo! E dire che io mi sono indebitato fino agli occhi per lei! Mah! ha ragione mia madre: sono un ragazzo e un matto!
      Si era tirato su la pelliccia, e già metteva il piede in strada, quando udì per le scale un fracasso. Si fermò un momento, e vide Leona, e dietro Leona l'Amalia, e dietro l'Amalia la cameriera.
      - Ebbene, chico, perché non vieni? - gridò sinceramente meravigliata la Leona.
      - Se è per me che fa questi musi, io levo l'incomodo!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





Leona San Carlino Circo Leona Leona Amalia Amalia Leona