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      Quelle lacrime, quel viso tutto rosso e languente, quella commozione onde ella vibrava ancora tutta, eccitavano stranamente i sensi del giovane; il quale, a mano a mano che si accendeva, dimenticava il recente litigio per le ore di acuto piacere che già pregustava con il desiderio.
      Suonò il campanello elettrico. Comparve Marianna, la quale, vedendo la signorina sulle ginocchia del signorino, sorrise.
      - Porta dei dolci, delle frutta, dello sciampagna; metti ogni cosa su quel tavolincino; poi accendi il fuoco nel camino e vattene a letto.
      La donna eseguì in fretta gli ordini ricevuti. Una bella fiammata riscaldò la camera parata di seta celeste, dalle portiere celesti, dalle tende celesti davanti alle finestre, dal tappeto alto di felpa celeste per terra. Un grande specchio teneva tutta una parete, riproducendo, fra due leggeri armadi laccati di bianco e dorati, una mirabile copia del gruppo di Amore e Psiche del Canova. Delle ottomane larghe e profonde, ricoperte di damasco azzurro, ricorrevano lunge le pareti attorno il letto che si levava a foggia di conchiglia, sotto un baldacchino stilizzato alla Luigi XIV, nell'alcova, e dipinto in giro di Ninfe e di Satiri, da quel decoratore squisito che fu il secentista Giovanni Lanfranco.
      Una gran pelle bianca, dalle lunghe ciocche setose di capra di Mongolia, era distesa ai piedi del letto. Sui bracciali di una sedia pendeva un lungo paio di calze ricamate: delle babbucce rosse trapunte d'oro ammiccavano presso il letto, nell'ombra. Sul marmo di un cassettone, pure laccato di bianco e dorato, degli anelli, dei diamanti, delle pietre di valore scintillavano in una coppa di cristallo di rocca: un odore vago di essenze impregnava l'aria.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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