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      Il salone di Leona era già pieno di gente. Le più famose cortigiane di Roma vi facevano mostra della loro bellezza. Teodora Wolf, la superba creatura bionda che aveva sulla coscienza la rovina di un avvocato principe, il quale per lei si era messo perfino a truffare i propri clienti, portava un abito di damasco verde Nilo: il tulle sboffante che le circondava, come una nuvola, il seno, era imprigionato in un corsaletto di velluto colore di scarabeo, orlato d'oro. La veste aderente era guarnita di trina di Venezia fermata da nodi di velluto colore di scarabeo. In testa ella aveva un arco di luna in brillanti, e sorrideva freddamente alle galanterie che le diceva un bel giovane bruno, primo segretario dell'Ambasciata di Francia. Paula, la famosa Paula, a cui un arciduca d'Austria era corso dietro per tutta l'Europa, era vestita di un abito color di rosa a rabeschi d'argento, e come era molto scollata, il suo seno bianco pareva sbocciare, quasi fiore meraviglioso, di tra una fila di grosse perle che scintillavano ai lumi. Cera anche Nadina Krasoff, la selvatica russa mantenuta dal principe Spada; e la sua alta figura un po' teatrale si drappeggiava stupendamente in un vestito di crespo della Cina di un celeste pallido guarnito di un vaporoso merletto di Fiandra ingiallito dal tempo: dotta conoscitrice dell'arte di amare e di farsi amare, ella non aveva alcun ornamento né al collo, né agli orecchi, né sulle braccia; così le sue carni ignude, di una bianchezza di latte, si rivelavano intere: solo una stella di diamanti tremolava e scintillava fra i suoi capelli di un colore luminoso di rame.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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