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      - Que es eso? - balbettò Leona ritirando la mano e scuotendosi ella pure come da un sogno. Dall'accento onde fu pronunziata quella frase, Paolo capì che poteva tentare. Un pensiero gli attraversò, rapido come il lampo la mente: - Ella sarà di nuovo mia - e cadde ai piedi della donna.
      Le prese le mani, e le coprì di baci; le baciò i polsi; le baciò le vesti sulle ginocchia, mormorando, singhiozzando frasi convulse di desiderio, implorando perdono, ricordando, gemendo. Ella lo lasciava fare; solo con una mano gli carezzava i capelli, e gli diceva, con un'immensa dolcezza nella voce:
      - Cattivo! cattivo! come sei stato cattivo!
      A quell'accento, a quelle parole, una gran tenerezza invase, con l'onda affluente delle memorie, il cuore del giovane: i suoi nervi, già molto tesi dall'aspettazione e dal desiderio, si sciolsero; egli si sentì gli occhi gonfi di lacrime e, per un istinto comune ai temperamenti deboli nei contrasti amorosi, volle far valere quella sua debolezza per vincere la resistenza della donna amata: egli sapeva che una lacrima può più di tutto agli occhi di una donna.
      E scoppiò in un pianto disperato. Leona si chinò su di lui, dolcemente, maternamente, e lo strinse fra le sue braccia.
      È uno dei fenomeni più singolari della vita interiore, l'attrazione esercitata dagli uomini femminei sulle donne violente. La donna violenta è quasi sempre sincera; come l'uomo femmineo è quasi sempre falso, insidioso, calcolatore e cattivo. Sembra che egli profitti della fiducia ispirata dalla sua apparenza timida e delicata per maturare gli inganni più perversi, le malizie più sottili, i tradimenti più inaspettati.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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