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      - Li hai veduti?
      - Sicuro - rispose il giovane, che aveva l'aria un po' rannuvolata.
      Successe un lungo silenzio. Di nuovo lei disse al giovane:
      - Ah, se tu mi amassi come ti amo io!...
      - Ebbene? - chiese Paolo che non intendeva.
      Ma subito lei gli fece segno che il cocchiere poteva ascoltare. Così, senza più dir parola né l'uno né l'altro, rientrarono in città, ripassarono davanti al Foro su cui l'ombra del tramonto calava, e risalendo per via Nazionale, giunsero al villino di via Varese.
      Ma appena si trovarono a casa, in quel salotto arabo dove ella si era data la seconda volta con tanta esuberanza di passione, Leona buttò le braccia al collo di Paolo, e gli singhiozzò sulla bocca:
      - Portami via! portami via con te! Non vedi che io non posso essere di altri che tua!...
      Paolo si preparava a rispondere, quando una voce fredda ma ferma disse dietro di lui:
      - La signora ha perfettamente ragione. È inesplicabile come voi, che dimostrate ancora tanto attaccamento per lei, la possiate lasciare sotto il mio tetto.
      I due si voltarono: era Gabriele Caligaris che, adducendo un pretesto, aveva piantata lì la caccia, ed era tornato alcuni minuti prima di loro. Difatti, indossava ancora la marsina rossa.
      A quelle parole, Paolo si era fatto serio. Ma Leona, senza dargli il tempo di replicare, gridò in uno slancio di innamorata fierezza:
      - No, no: sono io che non ho voluto. Lui me l'ha proposto cento volte: se non ho accettato, gli è... gli è... che non volevo sembrare ingrata verso di voi.
      Il Caligaris fece un riso secco, e rispose:


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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