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      - Hop! Olé!
      Alcuni spettatori, dai palchi vicini, si voltarono a guardare, e sorrisero.
      Ella chinò gli occhi sull'arena e, a un tratto, si sentì quasi mancare il respiro: Campeador! aveva visto il suo cavallo, Campeador!
      La vista dell'amico più ardentemente desiderato, più disperatamente rimpianto, non l'avrebbe commossa tanto, quanto l'apparizione del suo buon cavallo. Ella si spenzolava fuori del palco, gli occhi umidi, la bocca anelante, quasi senza battere palpebra, per non perderlo di vista mai, neppure un istante. Un'onda di tenerezza l'annegava tutta: seguiva dello sguardo tutti i moti, tutti gli atti del superbo animale, che galoppava portando una scudiera inesperta, una bambina rossiccia sui dodici anni; mandava dei baci muti al cavallo e mormorava ogni tanto con voce piena di dolcezza: - Chico mio! Querido de mi alma! Campeador! - E il cavallo, quasi che una segreta corrispondenza lo avesse avvertito della presenza della sua antica padrona, ogni tanto levava la testa intelligente e sbruffava: d'improvviso si fermò sotto il palco di Leona. Soltanto una frustata della bambina inferocita riuscì a farlo rientrare nella scuderia.
      Senza guardare nessuno, senza pensare a nulla, Leona si precipitò fuori del palco, scese le scale del teatro, si fermò sulla porta della scuderia.
      - Chiamatemi il direttore - disse a uno stalliere, che la guardava sorpreso.
      Poco dopo comparve il signor Balzano, il fratello maggiore, un bell'uomo di quarant'anni in abito da maneggio, con gli stivaloni alla scudiera e un frustino in mano.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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