Pagina (146/167)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Sei tu piuttosto che da due ore che parlo, mi rispondi con monosillabi.
      - E che vuoi che ti dica, io? Sono vissuta sempre con Nazareno, badando alla tua casa, senza vedere nessuno: ecco tutto.
      Di nuovo, a lui parve che ella gli rinfacciasse quei due mesi di svago. Si alzò e disse:
      - Sai, mi sento stanco del viaggio: vado a letto.
      Ella gli diede la buonanotte, e lo guardò allontanarsi, il cuore gonfio di un'angoscia crudele. Neanche un bacio gli dava, dopo tante settimane che non si vedevano! Ah, egli non l'amava più, egli non l'amava più! ne aveva la certezza assoluta. Che avrebbe fatto ella, ora? Sarebbe ancora rimasta in quella casa, dove era tollerata per forza? No, no: avrebbe provocato una spiegazione, e sarebbe andata via. Via, sola, senza nessuno al mondo, abbandonata a se stessa, come prima! Una tristezza infinita, senza pianto, le ingombrava l'anima. La sua immaginazione correva; architettava mille progetti inattuabili: voleva ingelosirlo, farsi amare da un altro, occupare tutta Roma di sé e della sua vita. Ma come, come far questo con l'amore pazzo che le rodeva il cuore, che glielo empiva tutto di lui? Che aveva fatto egli dunque per farsi amare a quel modo? Destino! era il suo destino! Ma quella vita non poteva durare; bisognava venire a una spiegazione: o dentro o fuori.
      E se egli aveva un'altra amante? Se quei due mesi li avesse passati a viaggiare con colei, mentre ella, povera donna, se ne stava in casa ad aspettarlo? Una punta più acuta di dolore e di gelosia le lacerò il cuore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





Nazareno Roma