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      - Ah, ah! - fece Gabriele, cantando. - Il signor von Moos fa le cose in regola.
      Di nuovo, Leona guardò il Caligaris. Il signor von Moos! Che c'entrava il signor von Moos, in quella faccenda? C'era dunque, qualcos'altro che ella non sospettava? Freddamente, seguitando a affettare una mela, riprese:
      - E che fa il signor von Moos?
      - Mah! si rassegna. Oramai, già, non c'era altro rimedio. Del resto, tanto meglio per voi: quel ragazzaccio, credete, vi avvelenava. Non vi si riconosce più, parola d'onore! - soggiunse, come osservandola ora per la prima volta.
      Leona aveva la febbre: fosse il caso, fosse l'astuzia del suo interlocutore, costui sembrava evitare di dire chiaro quello che lei voleva sapere; d'altra parte lei, interrogandolo direttamente, temeva di tradirsi e di metterlo in guardia contro qualunque rivelazione. Stette un poco a riflettere sulle parole onde avrebbe riappiccato il discorso, in quella il Caligaris le domandò:
      - E voi ora che intendete fare, se è lecito?
      - Nulla... non so... - balbettò la donna.
      - Speriamo almeno che Paolo vi compensi con qualche cosa di un po' meno ideale che non abbia fatto fin qui - esclamò il Caligaris con il suo accento beffardo.
      - Lui? ma se non ha un soldo! - disse Leona alzando le spalle.
      - Eh! ha i milioni di sua moglie, adesso!
      Fu un colpo di coltello al cuore di Leona. Ella aprì la bocca, come se si sentisse mancare l'aria e divenne bianca come un cencio: il Caligaris, che, con la testa piegata, tamburinava delle dita sul marmo della tavola, non se ne accorse.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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