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      Si fermò un momento per calzare un guanto, accese un sigaro e chiamata una vettura, ordinò al cocchiere di portarlo all'Alhambra.
      Ma in quel momento una turba di strilloni si precipitò per il Corso, gridando: - Fanfulla! Fanfulla con il duello di oggi! Fanfulla! - Le voci salivano e si perdevano in tutte le direzioni; molti si fermavano a comprare il giornale; anche il Caligaris lo comprò e, senza aprirlo, se lo mise in tasca. La vettura si mosse.
      Sulla porta del Circo c'era già una folla straordinaria. Gabriele scese dalla vettura, girò da un lato e per una porticina che dava in un lungo corridoio si avviò verso l'interno, donde a tratti giungeva uno sbruffare e uno scalpitare di cavalli, qualche nitrito impaziente e un acre odore di fieno.
      Sotto la luce cruda del gas che illuminava le pareti di legno, egli incontrava qualche clown già bell'e vestito, la parrucca rossiccia a punta, i pomelli ardenti di minio, le sopracciglia alte ad angolo acuto, il vestito cascante; qualche pompiere in divisa che passeggiava serio e silenzioso; qualche cavallo tratto a mano da un palafreniere. Quando si trovò sull'entrata della stalla, il signor Balzano, che urlava dei comandi alla sua gente con il frustino levato, gli disse con assai buona grazia:
      - Buona sera, signore.
      Il Caligaris, che era noto per la sua ricchezza e aveva fama di intenditore in fatto di cavalli e di donne, godeva nel circo di una grande considerazione.
      - Buona sera, Balzano - rispose lui, con un accento beffardo di degnazione.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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