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      E l'Orlandini nel 25 agosto 1796, dichiarò, con un parere scritto in lingua latina, che quella rifioritura dei gigli era "un caso affatto naturale e non prodigioso." Onde, per levar lo scandalo, l'immagine di quella Concezione, alla quale dopo la fioritura dei gigli attribuirono guarigioni e miracoli che poi nessuno poté provare, fu portata in una cappella del Duomo dove a poco a poco fu quasi dimenticata, perché non serviva più a nessuno scopo come quando era nel tabernacolo di via del Ciliegio e ne rimase soltanto la devozione nelle persone sinceramente credenti le quali anche oggi la venerano, senza le esagerazioni del 1796.
      Però questi eran tutti imbarazzi che facevano sempre più impensierire il giovane Granduca, il quale, incapace per la mancanza di pratica e della necessaria avvedutezza, non sapeva da che parte voltarsi.
      Egli cominciò pertanto una politica onesta ma pusillanime, piena di incertezze e di tentennamenti; e quel suo traccheggiare destò le gelosie dell'Inghilterra, che temeva egli parteggiasse invece per la Francia. E la perfida Albione lo mise perciò tra l'uscio e il muro, costringendolo con intimazioni, violenze e minacce a dichiararsi per la Francia o entrar nella Lega Europea contro di lei. Il Granduca resisté a tante prepotenze finché gli fu possibile; ma siccome un al flotta inglese s'avvicinava a Livorno con l'intento di impadronirsene, il 28 ottobre 1793 per evitare guai maggiori firmò un trattato col re d'Inghilterra, mediante il quale egli rinunziò alla neutralità, rompendo apertamente le sue relazioni con la Repubblica.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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