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      I francesi han gli zecchiniResta a noi la scarsità.
      Oh! che scaltra libertà.
      Nella gottica eguaglianzaChe ci portan questi eroi
      La miseria è sol per noiLor han sol felicità.
      Oh! che trista libertà.
     
      Mangian ôr, mangian argentiFan dei templi orride stragi
      Vuotan fondachi e palagiPer coprir lor nudità.
      Che inumana libertà.
     
      Ove appar questa canagliaPorta fame e carestia
      E la pace e l'armoniaIn sussurri se ne va.
      Che molesta libertà.
     
      I più finti, i più mendaciMai di lor formaro i cieli;
      Traman danni i più crudeliMentre affettan amistà.
      Che ingannevol libertà.
     
      La poesia, che circolava già in modo clandestino quando i francesi erano ancora in Firenze, appena spariti si vendeva impunemente da un libraio "dirimpetto alla chiesa della Madonna de' Ricci" nel Corso.
      Ma con le satire soltanto non s'è mai levato un ragno da un buco!
     
     
      III - Nuovi proclami e sempre nuovi governi
     
      Ultimi atti del commissario Reinhard - Il Senato fiorentino - Effetti della reazione - Selim III - Il generale Suwarow - La Sandrina Mari e gli aretini a Firenze - Il vescovo Scipione Ricci - Gli austro-russi - Sempre Te Deum - La morte di Pio VI - I francesi tornano in Toscana - Il regno d'Etruria - Lodovico di Borbone a Parigi - Proclama del generale Murat - Giuramento prestato al nuovo sovrano - Suo arrivo a Firenze - L'Apollo di Belvedere e la Venere dei Medici - Tristi condizioni del regno d'Etruria - Viaggio dei reali e morte del re Lodovico.
     
      Appena gli ultimi soldati francesi ebbero lasciato in fretta e furia Firenze, fu affisso un avviso senza data - ciò dimostra che era stato pronto da un pezzo - del commissario Reinhard col quale rammentava ai fiorentini ch'erano "sottomessi al governo francese dal diritto della guerra; e che se era stata rispettata la loro religione, le proprietà e le persone, lo dovevano soltanto alla loro pacifica sommissione e alla generosità francese, che non s'era obliata un istante.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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