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      E tanto si prendevano giuoco di lui, che per scherno gli portavano i balocchi che avevan servito ai piccoli. Beauharnais, perché con quelli si divertisse!
      Il 30 giugno 1801 i sovrani d'Etruria partirono da Parigi accompagnati e scortati da 260 ussari francesi che li accompagnarono fino a Parma, dove si fermarono per qualche tempo. Finalmente il 12 agosto arrivarono a Firenze, capitale d'un regno, che non si sarebbero mai sognati.
      In questo frattempo il generale Murat, comandante delle truppe francesi in Firenze, emanò un proclama per annunziare ai toscani la gran fortuna che stava per piombare loro addosso, con l'arrivo del nuovo re. E anche questo proclama conteneva, per i veri ben pensanti che sapevan leggere tra le righe, la solita beffarda canzonatura. Bastano infatti le prime parole: "Toscani! Voi siete distinti tra i popoli per il vostro attaccamento alla Monarchia: un Re vi annunzia che egli viene a prendere le redini dello Stato."
      Finché al governo francese piaceva di occupare la Toscana per conto proprio, allora lodava i toscani perché eran repubblicani anche se eran codini; e dovevano esser repubblicani per forza: quando poi gli piaceva di mandare un re, come voleva lui, allora li lodava perché attaccati alla monarchia; quasi che i buoni e pacifici toscani non potessero nemmen mangiare, se a Palazzo Pitti non c'era a sedere un re.
      Il proclama di Murat continuando nella canzonatura, dice che la venerazione dei toscani per le istituzioni e per la memoria dei principi, che inalzarono il paese al più alto grado di splendore (gli antichi tempi della repubblica il generale francese non li rammentava più) avrebbero spinto il re Lodovico a continuare nell'opera della loro saviezza, ed il suo avvenimento al trono presagiva tutti i successi gloriosi del regno dei Medici, dai quali cavillosamente si voleva far discendere!


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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