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      Ma la proposta del signor Orazio non andò a genio; e quando fu girato il partito "tornò negato": che era quanto dire che se qualcuno voleva andare a presentarsi ai piedi del Sovrano, ci andasse lui perché "i signori adunati" non si sarebbero mossi per ringraziarlo d'un cambio di stranieri.
      Per non perder l'uso di farsi prestar denaro, il Magistrato nella seduta del dì 8 agosto incaricò il signor gonfaloniere di prendere a prestito da una o più persone la somma di diecimila scudi "al frutto più discreto della piazza" e ciò in vista degli urgenti bisogni "e segnatamente per provvedere le armate austro - russe." Perché il bello era questo, che tutte le migliaia di scudi che si macinavano, tutti gli imprestiti che il Comune era costretto a concludere facendosi anche strozzare, servivano sempre per mantenere gli stranìeri che spadroneggiavano in casa nostra, oltre poi al ringraziarli e dar loro le gratificazioni per lo zelo col quale accorrevano e per la noncuranza con cui affrontavano i disagi del viaggio!
      Dovevano stare a casa loro, e così non si sarebbero strapazzati. Il male era che ci avevan conosciuto!...
      Per vedere di realizzare qualche soldo, i priori della prima, della seconda e della terza borsa, stabiliron di procedere, senza la solennità dell'incanto ma privatamente, alla vendita di tutti gli abiti uniformi serviti in occasione della festa "così detta nazionale". Avevan durato poco!
      Fra tanti rincalzi, la Comunità ebbe anche la disdetta di una eccessiva mortalità nelle "truppe imperiali" stanziate in Firenze; poiché dal 25 settembre 1799 al 23 aprile 1800 "i cadaveri estratti dagli spedali militari dell'armata austriaca" ascesero a 812. Per conseguenza "conguagliati a 115 cadaveri il mese" furono dovute sborsare dalla esausta cassa comunale, con platonica protesta di rivalsa verso l'amministrazione militare, venti scudi per il pagamento del trasporto di quei cadaveri nel cimitero di Trespiano, per parte del cottimante Niccola Martini, che li portava lassù sui carri come i maiali al mercato.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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