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      Anche il principe Rospigliosi disse poche parole, esprimendo press'a poco idee conformi, e domandando egli pure l'onore del bacio della mano "per sé ed i componenti il nuovo servizio toscano," ciò che naturalmente venne accordato.
      Fatta quindi "la sua refezione" la principessa, con le persone del suo nuovo seguito, partì da Trento alla volta di Firenze.
      Il granduca Ferdinando III, nella solenne circostanza del matrimonio del gran principe Leopoldo, ordinò che fossero conferite a carico del suo patrimonio trecentoventi doti di quindici scudi l'una a fanciulle povere del granducato, dai quindici ai trentacinque anni.
      Ordinò poi che fossero gratuitamente restituiti i pegni di panni lani, fatti fino a tutto il mese d'ottobre, ed altri dentro certi limiti d'oppignoramento, esclusi gli ori e gli argenti; e che venisse altresì fatta una gratuita distribuzione di pane alla classe indigente della città.
      Condonò poi la pena a tutti i disertori, ed a coloro che avevan prestato mano alla diserzione, purché i primi si consegnassero immediatamente ai rispettivi corpi. Un simile indulto fu promulgato ai contrabbandieri ed ai condannati per risse o delitti simili, purché fossero di esclusiva competenza della Polizia.
      Tutto ciò preveniva sempre più gli animi a favore della principessa sposa, la quale, alle sei e mezzo di sera del sabato 15 novembre arrivò alla villa di Cafaggiolo dove ebbe la grata sorpresa di trovarvi il Granduca, l'arciduca sposo, e l'arciduchessa Maria Luisa, che la riceverono "con vera tenerezza e vollero assistere alla sua refezione.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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