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      Quelle delle altre si contentarono di vederla; ma per una
      prima comparsa" deve essere stata una bella fatica anche a trattenersi con due anticamere sole.
      È vero che a corte rimasero contenti della principessa, perché si presentò con buona maniera; quasi che invece di venire da una corte, fosse venuta dalle montagne di Santa Fiora!
      Alle nove, la famiglia reale si pose a tre diversi tavolini a giuocare, ed immediatamente fu sciolta l'etichetta, restando libero l'ingresso a tutta la nobiltà e uffizialità nelle anticamere e stanze annesse vagamente illuminate "ed incontinenti" (sic); furon serviti copiosi rinfreschi di soli gelati e acque "di più qualità."
      Alle dieci e un quarto finì l' "appartamento," ed il sovrano e i principi passarono "nell'interno del quartiere" dove era stata già preparata la tavola, alla quale furono invitati soltanto il principe Rospigliosi, il senatore Antinori, il balì Martelli e la sua consorte, la contessa D'Elci; il marchese e la marchesa Riccardi, il senatore Aldobrandini, il duca Strozzi, la baronessa Gebsattel, il conte Opizzoni e il cavaliere Montalvi.
      Alle undici, terminata la cena, i sovrani si ritirarono nei loro quartieri "contenti d'aver passata una sì lieta giornata, che farà epoca alla felice Toscana." Lo dicevano loro, sarà stato vero!
      Il giorno seguente, la sposa e la Corte si riposarono: e dovevano averne avuto bisogno. La sera però, andarono al teatro della Pergola, vagamente illuminato, dove agli sposi fu fatto un "triplice viva dal numeroso popolo ivi congregato, per ammirare i pregi della reale sovrana sposa.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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