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      E siccome spesso d'aprile specialmente era sempre fresco, quei disgraziati tremavano bisognava veder come; perché la pulizia e la decenza non avevano ancora inventato le mutande!
      I dragoni erano divisi in quattro squadroni, uno de' quali distaccato a Siena e due a Pisa. Quello di Firenze aveva il quartiere nel Corso dei Tintori.
      Essi avevan l'elmo come quello della nostra cavalleria grave, ma più grande e con lo zuccotto nero; le grumette d'ottone a squamma di pesce come i caschi della fanteria e i morioni dei granatieri; e nelle parate si mettevano la cresta rossa. Il giubbino era verde con piccole falde, con rivolte scarlatte e due bottoni; colletto e manopole pure scarlatte. I pantaloni turchini con una fila di piccoli bottoni gialli dal fianco al ginocchio, dove cominciava l'incerato. Gli ufficiali portavano nelle parate pantaloni bianchi a coscia e stivali neri fin sotto il ginocchio, e cresta di felpa rossa all'elmo.
      L'artiglieria stava in fortezza da Basso; aveva l'uniforme turchina con pistagna, manopole e rivolte nere alla giubba; ed il casco come quello della fanteria con due cannoni incrociati.
      L'artiglieria era da fortezza soltanto, divisa in dodici compagnie, e si chiamava anche da costa, perché aveva lo scopo di tutelare lo Stato dalla parte del mare, essendo stato costruito lungo il confine un fortino ogni miglio, cominciando da Pietrasanta fino agli Stati della Chiesa. Nei punti di minore importanza ci stava un sergente con cinque o sei uomini, ed il capoposto si chiamava modestamente torriere.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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