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      Ad eccezione di queste non lievi sciagure, la spedizione della Commissione toscana, sortì pienamente il desiderato effetto: e quando il Rosellini sulla fine del 1829 tornò in patria portando seco tante e sì svariate raccolte ricchissime, "fu acclamato dal Principe, dal Governo e da numeroso stuolo dei suoi eletti amici."
      Mentre Leopoldo II si sentiva pienamente soddisfatto per avere favorita la spedizione letteraria d'Egitto, ed il suo amor proprio di Sovrano di uno Stato eminentemente civile era appagato, vagheggiava nella mente un altro vasto progetto che era l'ideale del conte Fossombroni che non finiva mai di raccomandarlo in mille modi al Principe, il quale se ne infervorò poi tanto, che alla fine gli parve quasi d'averne avuta lui per primo l'idea. E il Fossombroni glielo lasciava credere, contento soltanto che l'impresa si effettuasse.
      E quella impresa che tanto allettò Leopoldo II, che lo sedusse addirittura, fu il bonificamento della Maremma, intendendo così di emulare il grande avo Pietro Leopoldo e suo padre che avevano bonificato la Val di Chiana e che già vagheggiavano anche quello appunto della Maremma, se alcuni lavori idraulici di saggio, preordinati dallo scolopio Padre Ximenes avessero dati i resultati che, egli "con troppa asseveranza" aveva garantiti.
      Opera da antichi romani e non da piccoli Stati era quella; ma quando questi piccoli Stati sono saviamente e seriamente amministrati, possono dedicarsi ad opere grandiose che col tempo poi rendono il cento per uno.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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