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      Il tratto da bonificarsi lungo il mare, dallo sbocco della Cecina arrivava sino al confine pontificio: per conseguenza sarebbero stati incalcolabili i vantaggi che lo Stato avrebbe risentiti dal ridurre coltivabili e coltivate quelle grandi estensioni di terreni.
      Il conte Fossombroni "dalla quiete del suo privato gabinetto" aveva immaginato di bonificar la Maremma fino dal 1804: e nella Lettera Pseudonima da lui diretta in quell'anno a Giovanni Fabbroni, autore dei "Provvedimenti Annonari" velandosi sotto il titolo di "Professore all'Università di Pavia," si rilevano i concetti modernamente economici e basati sulla più ampia libertà di commercio, dai quali era animato il grande statista toscano.
      Se io fossi un sovrano (dice il Fossombroni in quella lettera) vorrei senza alcun rischio fare un'esperienza la più convincente e luminosa sulla efficacia della libertà di commercio e d'industria. Sceglierei una provincia (la grossetana) sufficientemente fertile e popolata del Regno Etrusco (come allora si chiamava la Toscana), che rendesse all'erario una somma della quale potessi per qualche anno farne di meno, a condizione di esserne poi rimborsato con frutti amplissimi. Allora, salvo i riguardi dovuti alla religione, alla polizia ed alla civile giudicatura, e promuovendo le opere pubbliche, come canali, strade e tutto ciò che contribuisce al circolo delle fortune, vorrei che ogni abitante che operasse da galantuomo potesse in quella provincia industriarsi come volesse, e senza gabelle alle porte della città, senza dazi doganali, senza pedaggi, ogni cosa nazionale ed estera potesse girare, entrare, uscire, vendersi e prezzarsi come meglio ognuno volesse.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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