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      Fortunatamente mi resta il delicato sentimento del pregio dell'amicizia, e mi compiaccio in qualche sogno geometrico che non posso ancora abbandonare e di cui parleremo tra poco insieme, giacché il mio ritorno a Firenze non sarà, come la vostra amicizia suppone, molto lontano." Da questa lettera che porta la data del 31 dicembre 1831, si sente tutta la sfiducia che ormai nutriva il Fossombroni per il Granduca accerchiato da gente ambiziosa, abbindolato da birri gallonati e da spie austriache truccate da gentiluomini, contro i quali l'integerrimo Corsini rimasto solo non poteva far argine.
     
      Per Leopoldo II cominciava insensibilmente quel rovescio della medaglia che suol sempre seguire al tempo felice, quando la felicità non è posata su solide basi, o che non si sa mantenere col proprio senno, o che dipende dall'opera altrui. Al politico rovescio di questa medaglia, che una mente elevata avrebbe potuto impedire, si aggiunse per il Granduca quello a cui niuna forza umana poteva opporre resistenza.
      La granduchessa Maria Anna, donna di semplici e modeste virtù, la quale pareva di non avere altra missione che quella di amare ciecamente il marito, si affliggeva da gran tempo per un fatto del quale ella non aveva colpa, ma che pure agli occhi di lei pareva tale. Essa sapeva quanto il suo sposo, e più di lui il popolo che non voleva un giorno cadere sotto la dominazione di un principe straniero, desiderasse che fosse assicurata la successione al trono con la nascita di un principe. Ed invece essa ogniqualvolta nutriva la speranza di appagare il desiderio del principe suo consorte e dei sudditi fedelissimi, non aveva dato alla luce che una femmina.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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