Pagina (379/714)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma al solito, come segue in Firenze di tutte le cose anche le pių belle, si volle trovare da ridire: ad alcuni parve un po' piccola, ad altri troppo pingue e a chi tozza, a chi ordinaria, a chi superba e via dicendo. Ma in generale, specialmente alle donne, e questo č da tenersi in gran conto, piacque straordinariamente e fu ammirata e lodata anche pių del dovere.
      La sera alle otto e tre quarti fu fatta all'augusta Sovrana la presentazione del corpo diplomatico in grande uniforme, e fu trattenuto a circolo per oltre un'ora.
      Per ventiquattr'ore gli sposi ebbero un altro riposo, per ricominciare la sera dopo col pranzo d'etichetta nella Sala delle Nicchie, in abito di gala e le signore col manto.
      Come a Dio piacque, fino al giorno di San Giovanni i Sovrani, salvo il solito supplizio dei ricevimenti, delle presentazioni e delle udienze particolari, furono lasciati in pace: ma il 24 di giugno fu - come suol dirsi - giornata campale.
      La mattina alle dieci e mezzo andarono al Duomo al gran servizio di chiesa in abito di gala, e le dame col solito manto. Alla elevazione le truppe schierate sulla piazza fecero i tre spari, non troppo a tempo se si vuole, ma tali da far sobbalzare a un tratto le migliaia dei fedeli che stavano ad ammirare lo sfarzo della festa pių che ad ascoltar la messa, e che non si aspettavano tutt'a un tratto quei tonfi.
      Dopo la messa celebrata dall'Arcivescovo, questi diede la benedizione papale, e quindi, con lo stesso cerimoniale come erano venuti, i Sovrani e la Corte si recarono nel tempio di San Giovanni "per l'adorazione delle reliquie e per la solita offerta della cera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





Firenze Sovrana Sala Nicchie Dio San Giovanni Sovrani Duomo Arcivescovo Sovrani Corte San Giovanni