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      Lo elessero quindi perito nell'interesse della Comunità "combinandosi l'intera fiducia del Magistrato nell'abilità e talenti di si degno soggetto, e l'adesione del medesimo all'incarico da affidarsegli." Il Comune però, vedendo di non potersi ingolfare in un'opera che sarebbe costata una somma rilevante, si rivolse, secondo il solito, "alla munificenza sovrana" perché questa "venisse in soccorso della Comunità, la quale, diversamente, si sarebbe trovata nella necessità di abbandonare un sì bel progetto."
      Il dì 7 luglio il Provveditore della Camera della Comunità partecipò al Gonfaloniere che S. A. I. e R. "mentre si era degnata di approvare" che la Comunità di Firenze assumesse il carico di effettuare la demolizione dell'arco di Santa Trinita "secondo il progetto già concepito" aveva ordinato che a favore della Comunità stessa "venisse elargita dalla cassa dello scrittoio delle RR. Fabbriche a titolo gratuito e per una sola volta" la somma di seimila scudi, pari a trentacinquemila dugentottanta lire della nostra moneta. Con questo però; che la Comunità dovesse sostenere interamente il carico della spesa occorrente per il detto lavoro "qualunque potessero essere i casi imprevisti, ed a qualunque somma potesse ascendere nella sua totalità" escludendo assolutamente ogni altro soccorso per parte del R. Erario. Soltanto, come "atto ulteriore di sovrana munificenza," il Granduca poneva a carico dell'I. e R. Depositeria la somma che sarebbe occorsa per i diritti di registro per i contratti coi rispettivi proprietari degli stabili da demolirsi.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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