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      Se poi l'individuo fermato destava qualche sospetto, il birro senza starci a pensare, faceva un fischio convenzionale e in un momento sbucavan fuori i birri pių vicini, e fra tutti arrestavano quel tale e lo portavano all'Arione, ossia nel loro corpo di guardia, cosė chiamato nel gergo birresco, per esser la mattina dopo interrogato; invece, se si trattava di persona degna di esser trattenuta, lo accompagnavano al Bargello con tutti gli onori delle manette o delle mani legate dietro la schiena!
      Degli Arioni ce ne erano due: uno in Piazza di Santa Maria Novella Vecchia; ed uno in Borgo Tegolaia, dove si distribuiva il servizio notturno; e gli arrestati si mettevano provvisoriamente in una stanzaccia ridotta a prigione, che il popolo chiamava carbonaia.
      Oltre ai birri, c'erano gli agenti, divisi anch'essi a squadre per ogni quartiere; ed ogni squadra era comandata da un capo il quale dipendeva dal "Capo agente." Questo corpo, al quale venivano affidate le funzioni pių importanti, dipendeva immediatamente dal Presidente del Buon Governo.
      Quando c'era da arrestare qualche soggetto pericoloso, si partiva dal Bargello una squadra di birri, avendo ognuno il suo nodoso bastone di marruca, guidata dal proprio capo che per distintivo aveva la mazza di canna d'India o di zucchero, ma con lo stocco. Uno zucchero.... piuttosto amaro. Quando avevano trovato l'individuo di cui andavano in cerca gli intimavano l'arresto: e se per sua disgrazia l'arrestato avesse avuta la infelice idea d'accennare soltanto, a far resistenza, si sentiva arrivare un tal carico di legnate, come se i birri ribattessero una materassa!


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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