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      Oh virtù del sacro rito,
      Anche l'adultera va col marito!
     
      C'era anche il Magnanino, che stava di bottega sull'angolo di Via de'Cimatori, ubriaco puntualmente fino dalla mattina alle otto! Quando poi la sbornia non gli permetteva di arrivare all'ora di chiuder bottega, la chiudeva avanti e si metteva a girare per tutte le strade di Firenze senza saper dove andava urlando e strepitando con una turba di ragazzi dietro che gli facevan la fischiata e che si fermavano a rispettosa distanza quando seccato si fermava anche lui, minacciandoli di tutte le peggiori cose del mondo. Ma siccome non si reggeva ritto, continuava la sua ignota via a balzelloni, senza chetarsi un minuto.
      I birri che lo sentivano, quando potevan farlo, si allontanavano, secondo il vecchio sistema sempre vigente; ma quando non potevan farne di meno, lo arrestavano e lo conducevano dal Commissario del quartiere più prossimo, che gli domandava che cosa aveva fatto per essere arrestato. E il Magnanino tutte le volte rispondeva: - Nulla! e nulla non si scrive! -
      Ponte, altro passatempo dei monelli fiorentini, era un ometto piccolo con una gran capelliera bianca, che andava sempre senza cappello come se avesse i calori anche d'inverno. Lo chiamavan Ponte, perché un giorno il vento gli portò il cappello in Arno, mentre traversava il Ponte Santa Trinita: ed egli, stizzito, fece giuro di non portar mai più cappelli. E lo mantenne. Quando i ragazzi gli dicevano:
      - Ponte, i' ccappello?...
      - L'ho a bottega - rispondeva.
      Fra i tipi più curiosi e più buffi di cui si vendevano dai figurinai le caricature, i più noti erano Giorgino orefice sul Ponte Vecchio, piccolo con le gambe torte, il viso lungo e una bazza smisurata; il principe Ruspoli, col collo lungo e d'una figura ridicolissima; il Michelagnoli, Commissario degli Innocenti chiamato per soprannome il re Erode, perché si diceva che le rendite le mangiasse tutte lui, e i fanciulli ivi ricoverati ne soffrissero.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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