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      Molti però spendevano quel quattrino, che ci voleva per scendere in Arno, soltanto per divertirsi stando sul greto a sentir le questioni che tutti i giorni nascevano fra le ciane di San Niccolò che andavano a bagnarsi, e che se ne dicevan di tutt'i colori. Quand'erano arrabbiate, aprivan bocca e lasciavano andare! Le liti nascevano spesso per via dei figliuoli; chi s'allontanava troppo, chi li mandava via e dava loro anche uno scapaccione, suscitando un putiferio e un bailamme, che faceva scoppiar dal ridere quelli che si divertivano a sentirle, e che da esse eran trattati di tutti i titoli, appunto perché ridevano.
      Anche alle Molina de' Renai dove oggi comincia il Lungarno Serristori, vi era un bagno: ma quello era frequentato sul serio da "fior di persone;" poiché era stato costruito apposta coi camerini, affinché ognuno avesse la sua libertà.
      Il primo proprietario era un certo Lemmi; e poi fu un tal Pons, francese di Lione, venuto a Firenze per impiantarvi una tintoria che esiste tuttora. Egli ottenne il permesso di costruire un bagno profittando dell'acqua delle Molina; e appena fece fare alcuni stanzini con acqua d'Arno calda nelle tinozze, destò moltissimo fanatismo, perché nell'acqua d'Arno c'era una gran fiducia, e anche perché l'aver trovato l'espediente di riscaldarla era una vera novità. Vi accorsero ben presto tutti i primi signori di Firenze; quello però che diede maggior fama ai bagni delle Molina de' Renai, o "di Pons" come comunemente si chiamavano, fu il barone di Poallys, addetto alla Legazione di Francia, che era entusiasta di quel locale per la libertà che vi si godeva, e per il divertimento del nuoto.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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