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      Più fanatico del barone fu il principe Anatolio Demidoff, che essendo un nuotatore di prima forza vi trovava tutto il suo pascolo, lottando contro le correnti delle Molina ed il rigurgito dell'acqua, che metteva il bagno in una condizione veramente eccezionale.
      La principessa Matilde, la più bella donna di Firenze, si moveva spesso dalla villa di Quarto, detta in suo onore Villa Matilde, per andare al bagno di Pons a prendere il marito. Un giorno, per curiosità, volle recarsi nello stanzino del principe Anatolio per fargli una sorpresa; ed affacciatasi al finestrino che dava sull'Arno per vedere il marito nell'acqua, si mise a ridere tanto di genio, vedendolo, che egli voltatosi in su e riconosciutala, non poté fare a meno di ridere anche lui, immaginandosi quello che passava nella mente della Principessa, che aveva voluto sorprenderlo in quell'atto.
      Più su, risalendo il corso dell'Arno, vi era l'altro bagno delle Molina di San Niccolò, frequentato, se non dalla peggior feccia di Firenze, come quello della Vagaloggia, poco ci correva: poiché vi andavano tutti quelli della Porta a San Miniato e dei Fondacci.
      Ma quel bagno era un po' pericoloso; perché dopo ogni più piccola piena che smoveva il letto della gora, si trovavano nel fondo vetri, ossi e spazzature buttati dalle case di San Niccolò; per conseguenza, molto spesso qualcuno si sfondava un piede con un pezzo di bicchiere rotto, o si feriva malamente in qualche altra parte; e molti correvano anche rischio di affogare, per il dolore della ferita che dava loro allo stomaco.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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