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      Per conseguenza, bisognava sempre che accorressero i birri, i quali, conoscendo a capello con chi avevan da fare, arrestavano spesso i provocatori anco se ne avevan toccate, e lasciavan libere le persone educate e civìli, sebbene avessero picchiato, perché evidentemente provocate e costrette. Gli arrestati venivan consegnati all'ufficiale di guardia che li teneva a disposizione del deputato d'ispezione, per le misure da prendersi a loro riguardo. Spesso avveniva, però, che i compagni di quella canaglia, dopo finito il veglione, si riunissero all'uscita del teatro per liberare gli arrestati. I soldati si mettevano allora schierati nell'atrio, col fucile a pied'arm e con la baionetta in canna. Ma quei figuri non si sgomentavano per questo: si piantavan difaccia a loro, insultandoli e urlando in difesa dei compagni. Quando i soldati erano stanchi di sopportar quelle ingiurie, ciò che accadeva quasi subito, cominciavan a tirar calciate di fucile nello stomaco e puntate di baionetta, ed i feriti venivan poi portati a braccia a Santa Maria Nuova, accompagnati dai birri. Una sera in cui la ribellione si fece più seria, il tenente Saccardi che stava con lo spadino sfoderato dinanzi al drappello, in un'ondata di popolo fatta nascere apposta per buttar la gente addosso ai soldati, ebbe un lattone così tremendo sul casco, che glielo mise fin sotto il mento; e non furon buoni né lui né altri di levarglielo: gliel'ebbero a tagliare precisamente come accadde - il lettore se ne ricorda certo - ai due veterani della Quarconia!


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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