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      Sotto la dominazione de' Medici, cessati i baccanali del carnevale, le chiassose baldorie, le mascherate, i balli e le cene, i buoni fiorentini del tempo andato, che si divertivano assai più di noi, si raccoglievano il primo giorno di quaresima, e si preparavano a far penitenza di tutti quei peccatacci che avevano commessi nella lieta stagione delle follie.
      È ben vero però, che, fra i nobili specialmente, in casi eccezionali, si davano festini e balli di quaresima come di carnevale.
      Il primo giorno di quaresima seguendo ognuno l'esempio della Corte Medicea, corrotta e bigotta, si invadevano le chiese dove si benedivano e si distribuivano le ceneri d'olivo.
      Nelle domeniche poi, fino a quella delle palme, con grande concorso di popolo e di nobili si tenevano le fiere delle nocciuole. Anche il Granduca, la Granduchessa ed i serenissimi Principi, si recavano ogni domenica dov'era la "stazione" cioè, ad una delle chiese del suburbio più prossime alla fiera; e quindi colle loro carrozze, a due, e anche a quattro cavalli, facevano il "passeggio" per non chiamarlo corso come nei giorni di carnevale.
      Le cerimonie religiose che si facevano in antico e sotto i Medici, che durarono fino ai primi dei nostro secolo, erano innumerevoli; nella città c'era un movimento quasi come per carnevale. La differenza stava soltanto nel genere del divertimento. Le prediche tenevano il primo luogo.
      In Duomo si cercava sempre d'avere un predicatore di cartello - come si direbbe per i cantanti - da far concorrenza a quello di Santa Maria Novella o di San Marco, che essendo quei frati dell'ordine dei predicatori, erano delle vere celebrità.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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