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      Di questa strana funzione se ne parlò ben presto non solo in Italia ma in tutta Europa; onde per le relazioni che avevano i banchieri ed i mercatanti fiorentini con tutto il mondo, accorrevano in Firenze per il sabato santo forestieri d'ogni paese, e terrazzani e contadini in gran numero.
      Dalla prima volta in cui i Pazzi cominciarono ad incendiare il carro o macchina col fuoco benedetto, la festa aumentò d'importanza e di spesa. Parve per conseguenza necessario ai più vecchi della famiglia di porvi un freno, facendo addirittura una cosa stabile e magnifica atta a tale funzione. Fu perciò fabbricato un carro trionfale, secondo l'uso di que' tempi, tutto dorato "con varii risalti e figure maestrevolmente et ingegnosamente accomodati."
      Il carro veniva senza riguardo di spesa arricchito "di fuochi artifiziati e lavorati, di bombe, girandole, e razzi nobili in grandissima copia;" ed al tempo di Leone X si cominciò ad incendiarli - come si continua a fare oggi - con una colomba di fuoco lavorato. Per quanto la famiglia Pazzi stabilisse di fare un carro che doveva servir per sempre, con l'andar del tempo però, si guastò e si rovinò in modo che bisognò farne un altro; e fino al giorno d'oggi ne sono stati costruiti diversi. L'ultimo, quello attuale, è posteriore al secolo XVII e fu ridipinto il 6 aprile 1765. Fino dal 1710 il carro del sabato santo si conservava "in un casolare spalcato" in Via Borgo Allegri, ceduto in affitto per nove scudi l'anno a Francesco de' Pazzi, con atto del 29 giugno 1710 da Bartolommea Foggini nei Baldini.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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