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      Ma l'oggetto principale erano i richiami: fringuelli ciechi, pettirossi, pèppole, tordi, e tutti gli altri uccelli che dovevan mettere in mezzo i loro compagni, perché male comune, è mezzo gaudio.
      Quegli uccelli da richiamo, molte volte salivano a un prezzo esagerato. Con quei quattrini, c'era da comprare un puledro! Ma i fanatici che avevan dei paretai rinomati, non badavano a spesa; e si lasciavano accalappiare da certi furboni, che facevan loro pagare perfino dugento e trecento lire un fringuello o un tordo bene ammaestrato. Paion cose incredibili, ma son proprio vere: e c'è ancora qualche vecchio, raro s'intende, che potrebbe farne fede e citare ad esempio il famoso conte Galli, al quale appiccicavan certi tordi, che dovevan parer tenori e che non aprivan mai il becco. L'avranno messo in mezzo; ma in compenso glieli facevan pagare tanto cari!
      Il viale del Poggio Imperiale, quella mattina, era un incanto; specialmente se faceva bel tempo. Da tutte le gabbie attaccate ai rami delle querci e dei cipressi, usciva un cinguettìo, un fischiare, un trillìo continuo, d'un effetto stupendo. Pareva d'essere in un bosco incantato, invece che a una fiera.
      Ma tutto il chiassoso pigolìo andava a mano a mano scemando, fino a cessare completamente verso le dieci, ora nella quale la fiera era bell'e finita, e tutti i cacciatori venivan via invadendo le strade di Firenze, con le gabbie infilate nelle mazze che portavan sulla spalla, e coi fagotti delle reti, le pentole della pania ed un'infinità d'utensili.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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