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      Or i due calori specifici sono effettivamente diversi, e se ne potè determinare il rapporto con dei metodi acustici che non possiamo qui riferire. Inoltre quello a pressione costante può essere misurato direttamente, come fece il Regnault, facendo circolare un peso noto di gas, riscaldato a una temperatura conosciuta, attraverso a un serpentino immerso nell’acqua di un calorimetro, e valutando le calorie a questa cedute. Sapendo il rapporto dei due calori specifici, e il valore di uno di essi, risultano entrambi noti; e quindi è nota la loro differenza, che si trasforma, per quanto si è visto, in lavoro esterno di dilatazione. Ma anche questo lavoro è conosciuto, poichè si sa qual’è la pressione, e qual’è la dilatazione che subisce per il riscaldamento di 1° un grammo di gas; si può quindi dedurne il peso che grava sullo stantuffo, di area nota, e il suo sollevamento per la variazione di temperatura.
      Si può quindi calcolare quanti joule vengon prodotti da una caloria. Fu appunto così che Mayer eseguì la più antica determinazione dell’equivalente meccanico del calore, prima ancora delle esperienze del Joule, ottenendo all’incirca lo stesso risultato. Ciò prova che il lavoro si trasforma in calore, e il calore in lavoro, nella stessa misura, e costituisce perciò la giustificazione più soddisfacente del nostro criterio, di considerare cioè il calore come una forma di energia.
      14. Il secondo principio o principio di Carnot. L’esperienza suddetta, che chiameremo di Mayer, permette adunque di trasformare il calore in lavoro.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345

   





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