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      L’occhio nelle condizioni di riposo è adattato alla visione di oggetti lontanissimi; nel guardare gli oggetti vicini il cristallino subisce una diminuzione del raggio di curvatura, e un relativo aumento di convergenza.
      Ma questa facoltà di accomodamento non è così ampia negli occhi anormali. I miopi, ad esempio, posson vedere nettamente oggetti disposti a distanza anche minore di 15 cm, ma non gli oggetti lontani; il loro occhio è, perciò, troppo convergente. Si corregge questo difetto per mezzo di una lente divergente, che produce degli oggetti lontani immagini virtuali più piccole, ma vicine alla lente. Così una lente biconcava, la quale abbia a distanza focale virtuale di 1 m, produce degli oggetti a distanza infinita una immagine virtuale situata nel piano focale, cioè a 1 m di distanza dalla lente; permetterà quindi la visione netta degli oggetti lontani a un miope che non riesca a veder nettamente al di là di 1 metro.
      Esiste anche il difetto opposto, la ipermetropia, per cui l’occhio è poco convergente, e perciò, anche nel massimo sforzo di accomodazione, non riesce a vedere nettamente gli oggetti troppo vicini. Si corregge questo difetto con le lenti convergenti, che dànno, degli oggetti vicini, immagini virtuali più lontane (fig. 60). Se ad esempio si vuol render normale un occhio ipermetrope che non veda bene al di qua di 1 metro, e rendergli netta la visione per gli oggetti situati fino a 25 cm, occorrerà una lente tale che di un oggetto a 25 cm. dia un’immagine virtuale a 1 metro di distanza.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345