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      Con questo apparecchio si ottengono delle correnti sempre in un senso, ma ondulate. Si pensò quindi di ricorrere a degli artifizi che attenuassero l’entità di queste ondulazioni, dando luogo a delle correnti costanti quanto più fosse possibile.
      Il nostro Pacinotti ebbe il merito di risolvere questo problema col suo ingegnosissimo anello, che per le sue proprietà interessantissime costituisce forse la più feconda conquista dell’Elettrotecnica. L’anello di Pacinotti contiene in sè come la chiave della risoluzione di un gran numero di problemi cardinali della elettrotecnica, e solo chi conosce bene questa scienza può intenderne e apprezzarne l’alta portata.
      Esso è formato da un anello di fili di ferro, sul quale è avvolto, in modo da risultarne un’elica continua chiusa, un filo di rame. A intervalli angolari uguali, e separanti l’elica in tante bobine parziali, si partono dai punti di questa elica degli altri fili di rame che, formando come tanti raggi dell’anello, si connettono ad altrettante sbarre rettilinee, isolate fra loro, e disposte sulla superficie laterale di un cilindro, parallelamente all’asse di questo, che è normale al piano dell’anello. Tale cilindro prende, più specialmente che nelle altre dinamo, il nome di collettore; esso è trascinato dall’anello nella sua rotazione intorno all’asse del cilindro medesimo, rotazione che si fa tra i poli di un potente magnete, in modo che le linee di forza giacciano nel piano dell’anello rotante.
      Si può dare una spiegazione elementare del funzionamento dell’anello di Pacinotti come generatore di correnti continue.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345

   





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