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      Notiamo per incidenza che in quest'ultima cifra non sono compresi i locali di fresco fabbricati e non ancora dichiarati abitabili.
      In un decennio adunque la popolazione di Milano ha aumentato di 14995 persone, segno evidente che non č una cittā che se la dorma della grossa, come i malevoli tenterebbero far credere.
      Milano vive vita febbrilmente operosa di giorno, nč cessa di agitarsi la notte.
      Il sesso forte non s'accrebbe che di 6285 individui, mentre la volubilitā e la grazia hanno trovate ben 8710 nuove sacerdotesse.
      Intanto i 116,909 celibi converrā ritenerli 116,909, finchč la statistica si compiacerā di dirci l'ultimo oracolo del censimento, speriamo che lo pronunci presto e soprattutto che, per l'onore della riputazione morale di Milano, ci porga questa cifra considerevolmente diminuita.
      Si argomenta giā a quest'ora che il numero delle persone senza professione, grazie a certe distinzioni che sė vogliono fatte dalla Giunta centrale di Statistica, sarā di gran lunga minore di quello che non sia stato nel 1871. Non potendo sapere di quanto dal penultimo censimento in poi sia decresciuto il numero dei ciechi, degli analfabeti (i ciechi dell'intelligenza), dei mentecatti e degl'imbecilli, non osiamo dire se migliorata siasi la condizione delle quattromila persone che campano delle lettere, o per dirla con una frase molto nota e molto vera, col far gemere i torchii.
      La feccia plebea di Milano di quanti individui adunque si compone?
      Non ci si accusi di soverchia pedanteria, se ancora non crediamo di poter mettere fuori una cifra in proposito.


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Milano in ombra.
Abissi plebei
di Lodovico Corio
Civelli Milano
1885 pagine 124

   





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