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      È là presso ch'essi si rifugiano, a lato delle fornaci di calce che fiammeggiano giorno e notte e spandono un calore, di cui i vagabondi sanno apprezzare i benefici. Là al pari di altrove comme on fait son lit, on couche.
      I più accorti non arrivano mai tardi, per poter scegliere dei buoni posti; si stendono sulle fascine non lontano dalle fornaci e al riparo dalle correnti d'aria. Quivi si fa più che dormire, vi si cena con de' salumi, con della acquavite, tutta roba rubata; vi si danno dei convegni amorosi; vi si tengono delle serate, delle conversazioni, vi si balla, vi avvengono lotte e duelli, e non vi è stravizio tanto repugnante, di cui questi luoghi così desolati non siano stati testimonii. Tutto si sciupa a lungo andare, e le carrières d'Amérique hanno quasi finito il loro tempo, in ogni caso, le loro notti famose sono passate. La polizia ha troppo rivolti gli sguardi in quelle parti, e i vagabondi più non vi si recano che esitando, poichè è raro adesso che il loro sonno non venga interrotto.
      Verso le due ore dopo la mezzanotte, quando si crede che le fornaci sono occupate e che ognuno vi s'è addormentato, si parte senza far rumore dal posto di polizia il più vicino. Gli agenti comandati da un ufficiale di pace, si dividono in quattro squadre,che, rasentando i muri, camminando in punta di piede, circondano il nascondiglio da tutti i lati, in guisa da custodirne le uscite. A un dato segnale, le lanterne vengono aperte e gli agenti si precipitano tutti contemporaneamente verso il grande dormitorio improvvisato sotto le volte biancheggianti.


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Milano in ombra.
Abissi plebei
di Lodovico Corio
Civelli Milano
1885 pagine 124

   





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