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      Tutto ciņ nondimeno a Parigi; nella capitale del lusso a due passi da Bullier.
      Si diceva, sotto l'Impero, che il bosco di Vincennes era deserto, che le cocottes non vi andavano.
      Esse non volevano attraversare il sobborgo. Esse vi avevano paura. Paura degli abitanti? No, paura dģ sč stesse. Paura dei proprii servi gallonati, dei loro cavalli riccamente bardati, paura della loro seta, dei loro pizzi, paura del loro rossetto e del loro belletto, di fronte a tante donne mancanti di pane e di biancheria e che lavorano!
      Noi abbiamo la scelta tra le rovine, che datano da ieri, e quelle che risalgono a due secoli; tra il quartiere Giovanna d'Arco che conta 1200 case d'affitto e 2000 inquilini, dove le case dalla facciata larga tre metri, soffocate, schiacciate dalle due case vicine e di cui il quinto, o il sesto, o il settimo piano non sono accessibili che mediante una scala a piuoli.
      Il quartiere Giovanna d'Arco, nel tredicesimo Circondario, č celebre per la sua lunga lotta contro le esigenze della Commissione di vigilanza sulle abitazioni insalubri; noi abbiamo pure il quartiere dorato, che ha la sua celebritą particolare, la cittą del Progresso, il quartiere Maupy, e una folla di altri quartieri.
      Si potrebbero passare degli anni a visitarli; pochi minuti basteranno ai nostri lettori per giudicarli. Molti dei fondatori ci assicurano ch'essi si sono lasciati indurre a queste creazioni da spirito di fratellanza.
      Noi non abbiamo nulla a dire dei loro sentimenti, nč delle loro persone: non si tratta per noi che dei loro alloggi.


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Milano in ombra.
Abissi plebei
di Lodovico Corio
Civelli Milano
1885 pagine 124

   





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