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      Non v'è caminetto e quindi nessuna ventilazione. Le pareti sono fesse, i tramezzi screpolati. Le tappezzerie di carta ammuffite, cadenti a brani, coperti da un brulicame di insetti parassiti d'ogni sorta. Coloro che dimorano in questo putridume non possono sognare cure di pulitezza personale, e infatti essi non vi pensano nemmeno. I medici vi diranno, in quale stato è il loro corpo, quando si portano malati o moribondi agli ospitali.
      Bisogna dir tutto; non si tratta di esser delicati in parole e barbari in realtà. Ciò che vi è di più spaventevole in queste case d'orrore sono i cessi. Si sentono prima di passare la soglia, si sentono dappertutto nella casa, le loro esalazioni vi prendono alla gola; è come una malattia, come una peste.
      Il puzzo, che v'ammorba il naso, vi fa nel medesimo tempo lagrimare.
      Sembra che a ciò gl'inquilini di queste case si abituino, ma noi pensiamo piuttosto che ne muoiono. I cessi danno sulle scale, spesso senza copertura o senza copertura sufficiente; il dottor Du Mesnil ne ha veduti di quelli che danno direttamente sopra una camerata. Nessun modo di chiusura automatica, anzi nessun modo di chiusura d'alcuna sorta, ma dei buchi spalancati. Non vi è neppure deflusso. Per suolo dei mattoni sconnessi, delle tavole ammuffite o della fanghiglia; si formano tutto intorno dei pantani e dei depositi immondi, i tubi di caduta traversano qualche volta le camerate allo scoperto, fra questi tubi vi sono di quelli che hanno delle fessure o delle rotture, dalle quali sfugge la materia fecale.


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Milano in ombra.
Abissi plebei
di Lodovico Corio
Civelli Milano
1885 pagine 124

   





Du Mesnil