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      Fra i pregevoli oggetti, che quell'esposizione conteneva, eravi pure la casa d'un operaio, colle sue modeste supellettili. Per quanto però completo fosse quel mobiliar e modello, vi mancava nondimeno una cosa necessariissima: un buon libro.
      Il Dauby ne fece motto al Ducpetiaux; e questi l'incoraggiò vivamente a scrivere un tal libro; e tre settimane appresso, sulla tavola della casa-modello c'era un manoscritto intitolato: Il libro dell'operaio: consigli d'un collega. Un tal fatto decise della carriera letteraria dell'autore. Il libro dell'operaio ottenne all'esposizione d'economia domestica la medaglia d'onore, che fu rimessa all'autore, con vive parole d'incoraggiamento, dal duca di Brabante, oggidì Leopoldo Il re del Belgio.
      Il libro dell'operaio incontrò favorevolissime accoglienze, e, pel rapido spaccio, se ne fecero più edizioni, meritando di essere tradotto in varie lingue, tra le quali la portoghese, per cura della Società d'incoraggiamento del lavoro negli opifici, posta sotto l'alta protezione del re di Portogallo.
      Il Dauby non può essere pertanto sospetto di demagogia, ed il suo libro è pieno di massime di una grandissima moderazione. Eppure egli, descrivendo in questo modo le condizioni degli operai, non avvertiva che parlava soltanto d'una parte della classe operaia, anzi per meglio dire di momenti speciali nella vita d'una parte della classe operaia.
      Ma dell'operaio si può fare un altro quadro, che non è men vero di quello dipintoci dal signor Dauby.
      In modeste stanzuccie abitano le famiglie degli operai.


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Milano in ombra.
Abissi plebei
di Lodovico Corio
Civelli Milano
1885 pagine 124

   





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