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      Ma avvengono talora delle sfide formali e i giuocatori che si credono capaci si presentano in queste osterie, dove c'è qualche celebre morista, e con lui si cimentano, e premio della vittoria non sono soltanto i litri e le bottiglie di vino che si scommettono in ciascuna partita, ma il vincitore riporta anche una bandiera, ch'egli reputa premio tanto pregevole quanto lo poteva essere per un romano la corona civica.
      Per la mora el Togn l'è in bandera, vale quanto dire che è un invincibile giuocatore.
      Com'è facile accorgersi, l'operaio consuma in brev'ora quanto si guadagna in parecchie giornate di faticoso lavoro, e perciò durante la settimana il bisogno l'assale e allora i lamenti, i guai, i litigi si succedono in famiglia, e quando la sventura viene a punirlo dalla sua imprevidenza, allora non gli resta più che ricorrere al Monte di Pietà, alla Congregazione di Carità, ossia a divorarsi la speranza e a sciupare quel rossore, che lo stendere della mano alla pubblica beneficenza, richiama sempre sul volto a qualunque galantuomo.
      Eppure v'ha di peggio. Qualche operaio stretto dal bisogno arriva a chiudere un occhio sulle mariuolerie dei figli, su certe colpevoli relazioni delle figliuole e persino della moglie, purchè queste vergogne gli apportino in casa tanto da supplire ai bisogni della famiglia.
      A tanto l'imprevidenza e la prodigalità possono trascinare anche un onesto operaio.
      Chi gli sapesse predicare la frugalità e la sobrietà, chi rendergli accetti i gusti semplici e fargli preferire una vita modesta e tranquilla ad una vita turbolenta e scialacquatrice farebbe davvero opera meritoria.


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Milano in ombra.
Abissi plebei
di Lodovico Corio
Civelli Milano
1885 pagine 124

   





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