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      Quelli à chi giova no, ne possono, anzi ne debbono mangiare, che à loro tali cose non sono vietate. Ben' & à loro, & à ciascun'altro è vietato il mangiare tanta quantità di qual si voglia cibo, che sia à loro proposito, quanta non possa, esser digerita dal suo stomaco con facilità, & così del bevere; però à chi niuna cosa nuocesse, questo tale non saria sottoposto se non alla regola della quantità, non à quella della qualità de' cibi, che sarebbe cosa facilissima à fare: nè voglio, che alcuno mi dica quì, che si trovano di quelli, che disordinatissimamente vivendo, pervengono sani, & gagliardi à quelli ultimi termini della vita, a' quali giungono gli huomini più sobrij; imperoche questa ragione, sendo fondata sopra una cosa incerta, pericolosa, & che rarissime volte aviene, & che venendo ci par più tosto miracolosa, che naturale, non ci deve persuadere à viver disordinati per questo, sendo che à questi tali troppo fu liberale la natura; il che pochissimi debbono sperare di conseguire. Ma chi non vuole havere queste osservationi, confidandosi nella sua gioventù, overo nella sua forte complessione & perfetto stomaco, perde assai, & ogni giorno, è sottoposto al male, & alla morte; però dico, che è più sicuro di vivere un vecchio, anchorché di trista complessione, che tenghi vita regolata & sobria, che non è un giovane di perfetta, che viva disordinatamente. Non è dubbio però, che chi è di buona natura, si può conservare con l'ordine più anni, che non può uno di trista; & che Iddio, & la natura possono operare, sì che un'huomo nasca di così perfetta complessione, che possa vivere sano, senza tanta regola di vita, & molti anni; & morire poi vecchissimo, & per pura resolutione, come in Venetia è avvenuto al Procurator Thomaso Contarini; & in Padova al Cavalier Antonio Capo di Vacca.


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Discorsi della vita sobria del sig. Luigi Cornaro
di Luigi Cornaro
Marc'Antonio Brogiollo
1620 pagine 57

   





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