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      All'incontro io in questa mia età (Dio sempre gratia) mi ritruovo libero dall'uno, & l'altro di questi travagli: dall'uno, perché io son certo, & sicuro, che non posso ammalarmi, havendo levate le cagioni del male con la mia santa medicina: dall'altro, che è quello della morte, perché dall'uso hormai di tanti anni, ho imparato à dar luogo alla ragione: onde non solo mi pare brutta cosa temer quello, che non si può fuggire, ma spero anchora quando ch'io sia giunto à quel passo, di sentire anch'io alcuna consolatione della gratia di Giesù Christo. Oltre, che se bene io sò, che debbo come gli altri giongere al fine, questo fine però è anchora da me tanto lontano, ch'io nol posso discernere, perch'io sò di non morire, se non per pura resolutione, havendo già con la regolata forma del vivere mio serrate alla morte tutte le altre vie, & impediti i passi à gli humori del mio corpo, di non farmi altra guerra, che quella, che mi fanno gli Elementi venuti insieme alla mia generatione. Che io non sono sì sciocco, che io non conosca essendo generato, che mi convien morire. Ma bella & desiderabil morte è quella, che ci dà la natura per via di resolutione. Sì perché la natura havendo ella fatto il legame della vita, trova più facilmente la via di scioglierlo, & indugia più tardi, che non fa la violentia delle infermità: questa è quella morte, che senza fare il Poeta, si può chiamare, morte non già vita: che non può esser altrimenti. Questa non viene, se non dopo lo spatio d'una lunghissima età, & per forza d'una grandissima debolezza; perché à poco à poco, & con gran tempo, si riducono gli huomini in termine, che non possono più caminare, & à pena ragionare, diventando & ciechi, & sordi, & curvi, & pieni d'ogni altro male; anchor io (per Dio gratia) posso esser certo di essere molto lontano da tal fine; anzi hò à credere, che l'anima mia, che ha così buona stanza nel mio corpo, non vi ritrovando altro, che pace, amore, & concordia, non solo tra i suoi humori, ma anchora tra il senso, & la ragione, gode, & se ne stà contentissima.


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Discorsi della vita sobria del sig. Luigi Cornaro
di Luigi Cornaro
Marc'Antonio Brogiollo
1620 pagine 57

   





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