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      Et oltra quanto havevano detto li sopradetti, replicavano, che per certo era cosa maravigliosa il tanto mio scrivere, & sopra materie d'intelletto, e di spirito. Del che, Signore, e cosa incredibile dell'appiacere, & contento ch'io godo di questo scrivere; ma sendo il scriver mio, per giovare, da voi Signore potete comprendere di che grandezza sia il mio solazzo. Dissero poi alla fine che io non poteva essere tenuto per vecchio essendo le mie operationi. Da giovane, & non come quelle delli altri vecchi, che come sono pervenuti alli 80. anni, sono tutte da vecchissimi; & oltra chi è difettoso di gotte, chi di fiancho, & chi di altro male: & per liberarsi sono soggetti a continue pirole, e fontanelle, & medicine, con simili altri impazzi, che veramente danno grande noia; & pur se vi è qualch'uno che non habbia infermità, patisce poi nelli sentimenti, che è ò nel vedere, ò nell'udire, ò in uno delli altri, che è non poter caminare, ò le mani gli tremano: & se ne fusse uno libero dalli sopradetti contrarij, non ha la memoria in perfettione, nè il cuore, nè l'intelletto, nè viverebbe allegro, contento, & piacevole, come fo io. Ma che oltra tante gratie, che io ne possedeva, una estrema era, la quale li faceva stupire, perche è in tutto fuora di natura, che io possa tenermi vivo già L. anni con l'estremo contrario che è in me, che è mortalissimo, al quale non se li può provedere, perche è naturale, & è proprietà occulta inferta nel mio corpo dalla Natura. & è, che ogni anno come entra Luglio infimo per tutto Agosto, quelli due mesi non possa bever vino, sia di qual sorte di uva si voglia, & così vino di qual paese si voglia, il quale vino, oltra che à tal tempo si fa tutto contrario, & nemico del gusto mio, mi nuoce allo stomaco: tal che, perdendo il mio latte, che veramente è latte del vecchio il vino; & non havendo modo di bevere, perche le acque alterate & preparate, non poss'ono havere la virtù del vino; non mi giovano; laonde non havendo che bevere, & essendo lo stomaco disconco, non posso mangiare se non pochissimo, & questo poco mangiare, & non havere vino, mi riduce dopo mezzo Agosto in una estrema debolezza mortale, nè à me giova brodo di cappone consumato, nè altro rimedio, talche per debolezza mi riduco infino alla morte, & non per altro male, se non per pura debolezza; & che essi concludevano, che se il


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Discorsi della vita sobria del sig. Luigi Cornaro
di Luigi Cornaro
Marc'Antonio Brogiollo
1620 pagine 57

   





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