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      ta strettissima alla qualità e quantità delli cibi e vini, fendo io, come sono, di tristissima complessione; ma gli altri che sono di buona, possono mangiare di molte altre forti e qualità di cibi, e in maggior quantità, e così bevere vini: la onde se ben la sua sarà vita sobria, nonperò ella sarà vita stretta come la mia, ma larga. Et udite le mie ragioni da quelli, & veduti li fondamenti, tutti conchiusero, che quanto io haveva detto, tanto era: ma uno, il più giovine, disse, che concedeva che la gratia fosse universale, ma che io almeno haveva havuto quella gratia speciale di poter facilmente levarmi da una vita; & ponermi, all'altra; cosa che esso trovava per esperienza fattibile, ma difficilissima à lui, sì come à me è stata facile. Io gli risposi, ch'essendo huomo come lui, che anchora è stata à me difficile; ma che ad un'huomo non è cosa honesta, il lasciare una impresa bella, che può fare, e lasciarla per difficoltà, perche più che ha difficoltà, più acquista honore, & fa cosa più grata à Dio; perche esso desidera, che si come ha istituita la vita all'huomo di molti anni, che ogn'uno li pervenghi: sapendo che come l'huomo passa l'età delli 80 anni, che è liberato in tutto dalli amari frutti del senso, & pieno di quelli della santa ragione: talche à forza li vitij, e li peccati li lasciano; e però esso Dio desidera, che lungamente si viva: & ha ordinato, che colui, che vive al suo termine naturale sopradetto, che finisca la sua vita senza male per resolutione, che è un fine naturale, & un'uscire d'una vita mortale, per entrare in una immortale, come avenirà à me; & son certo, che morirò cantando le mie orationi. nè hora à me dà noia l'horrendo pensiero della morte, se bene sò che per la lunga età sono prossimo a quella, pensando, che nacqui per morire, & che tanti sono morti in minor età della mia: nè meno mi dà noia l'altro pensiero compagno del sopradetto, che è il timor delle pene, che si patiscono per li peccati dopò morte; perche io sò buon Christiano; & sono astretto a credere, che sarò liberato da quelle, per virtù del sacratissimo sangue di Christo, che vuolse spargerlo, per liberare noi suoi fedeli Christiani da tali pene.


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Discorsi della vita sobria del sig. Luigi Cornaro
di Luigi Cornaro
Marc'Antonio Brogiollo
1620 pagine 57

   





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