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      (2) L'Aquinate discorre così sopra la definizione dello Stagirita:
      Non si adopera la parola elemento con proprietà se non quando si parla di cause materiali, onde risulta una sostanza composta. Anzi nemmeno allorchè si tratta di qualsisia causa materiale, ma bensì di quella soltanto, da cui viene la prima composizione. Perciò non diciamo che le membra siano elementi dell'uomo, poichè le membra stesse sono, pure composte. Aggiunge Aristotele che l'elemento esiste nel composto. Le quali parole si mettono per distinguere l'elemento da ciò che nella generazione del composto si corrompe affatto. Così il pane è a guisa di materia del sangue, ma, non si genera il sangue qualora il pane non sia affatto corrotto, e però il pane per niun modo esiste nel sangue, e perciò non si può dire che il pane sia elemento del sangue. Ma egli è mestieri che gli elementi esistano in qualche maniera nel composto, poichè non sono corrotti affatto. Inoltre Aristotele dice che l'elemento non si divide in specie diverse, e così distinguelo da quelle cose, le quali hanno varie parti di specie diverse, come, per esempio, la mano, le cui parti sono la carne e le ossa che tra loro differenziano nella specie. Ma l'elemento non si divide in specie diverse. Nè è richiesta alla essenza di elemento la indivisibilità quantitativa; basta la formale, ossia la specifica." Fin qui l'Aquinate.(3) Ed affinchè sia più chiarita la significazione della divisibilità specifica e della quantitativa, rechiamo un altro passo del gran filosofo italiano.


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La sintesi chimica secondo i principi filosofici di S. Tommaso D'Acquino
di Giovanni Maria Cornoldi
Istituto Tipografico Bologna
1876 pagine 74

   





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