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      Tutte le parti del corpo vivo sono tra loro continuate eziandio negli animali, ciascun de' quali è assolutamente uno, e un tutto continuo informato da un'anima sola. Tuttavia per questo non è necessario che ogni parte si continui con la vicina per ogni lato (secundum se totam), ma basta che per un qualche punto, ancora che minimo, abbia la prefata continuazione. Per la qual cosa non solo le parti carnose sono continuate nell'animale: ma eziandio le ossa dure con la molle carne, per mezzo di certi legamenti o manifesti o tenui assai, cotalchè di leggieri si spezzano ed appena si ravvisano nell'atto stesso della sezione anatomica. Egualmente diciamo delle altre parti e pur del cervello, il quale, comechè non si continui con certe vicine membrane o col cranio, nondimeno ha una vera continuazione con la midolla del dorso, che dicesi spinale, e la quale muove dal cerebro, come nota Aristotele ancora. Però questi è ben lontano dall'affermare la mancanza della continuità
      (15) E a dì nostri, sebbene adoperiamo potentissimi microscopi non ci venne mai fatto di smentire cotesta dottrina. Egli è vero che abbiamo determinato la unione delle cellule, ma è altresì vero che la esperienza ci ha dimostro che è più difficile separare una cellula dalla vicina, cui è congiunta (il che manifesta la continuazione che vogliamo) che dividerla in sè medesima.
      E il ritrovarsi nelle sostanze corporee, cotesti pori, ci fa distinguere il volume reale dal volume apparente dei corpi essendo il volume reale lo spazio in realtà occupato dalla sostanza, e il volume apparente quello che, avvegnachè sembri occupato dalla sostanza, non l'è del tutto, essendovi de' pori anche invisibili, nei quali la medesima sostanza punto non si ritrova.


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La sintesi chimica secondo i principi filosofici di S. Tommaso D'Acquino
di Giovanni Maria Cornoldi
Istituto Tipografico Bologna
1876 pagine 74

   





Aristotele