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      Piacciavi intanto ponderare e raccogliere quest'altra frase ispirata, che irrefrenabile gli sgorga dal core presago: "O Italiani, io vi so, io vi sento deliberati a portare all'Austria i primi colpi mortali, non già volti a subire una tanto ignominiosa contaminazione parteggiando per essa. Sì, di questo io vivo sicuro, che voi farete ogni opera per torvi dal viso una tanta bruttura."
      O miei concittadini! Tali l'estreme raccomandazioni solenni del vostro Eroe morente! Le spregierete or voi? E non v'adoprerete in modo ch'egli non v'abbia consigliato invano?
      Sì: non ostante troppi sintomi d'infiacchimento; troppa nebbia iperborea e il gran sonno e l'ignavia che fanno intoppo fierissimo ad un potente risveglio, vedete com'egli - confidato in voi - tale rincalza il vaticinio ben consolante: "Proromperà di qui - egli nota accennando a Italia ed a Roma - il grido fatidico della riscossa immortale!"
      Comunque addolorato dal considerare che la gente Romana ha smarrito, non già perduto, il sentimento e la coscienza della sua missione nel mondo; angosciato dal veder l'Italia nostra offrire all'Europa tale uno spettacolo di soggezione codarda, da quell'istessa alma Roma donde gli avi nostri furono sì fieri, sì indipendenti, sì grandi; - ei presentiva la Roma dell'avvenire - da lui solennemente riconsacrata madre degli universi popoli Romani - ma Romani dell'èra nuova risorgente, non già del basso impero dichinante.
      Udite intanto con che altezza di propositi, con che buoni accenti romani egli taglia le fila insidiose di questi ragni austro-tedeschi che così sinistramente hanno avvinto la Italia:


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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